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 Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena?

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MessaggioTitolo: Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena?   Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena? Icon_minitimeDom Lug 19, 2009 8:13 pm

Una delle dottrine peculiari dei Testimoni di Geova è quella di credere che esistano due speranze di vita differenti per i cristiani: la speranza celeste per i 144000 e quella terrena per il resto dei cristiani. A sostengo di ciò spesso riportano come cavallo di battaglia la scrittura di Matteo 5:5

"Beati i mansueti, perché erediteranno la terra."

A leggere così parrebbe che Gesù abbia indicato un secondo tipo di speranza all'uditorio presente al suo sermone del monte, ma è realmente così? Oppure si tratta di una semplicioneria dovuta al non leggere questo passo secondo le concezioni mentali israelitiche?

Innanzi tutto chiediamoci: cosa intendevano gli israelisti per "terra"? Intendevano il terzo pianeta abitato del sistema solare forse?

Sappiamo che quando gli Ebrei vennero liberati dalla prigionia in terra d'Egitto, tramite Mosè, Dio promise di condurre il popolo nella 'terra dove scorre miele e latte', altrove qeusta 'terra' viene indicata come 'terra promessa' giacchè designata dal Signore come promessa a Israele in qualità di Suo Popolo Eletto.

La 'terra promessa' era il paese di Canaan, che venne dato agli Israeliti quando, dietro la guida del condottiero Giosuè, ne occuparono le zone e i territori. Le parole di 'terra' o 'terra promessa' divennero quindi sinonimo di posto o luogo nel quale Dio avrebbe benedetto la Sua Gente.

Passiamo a Gesù e al Suo Vangelo. Gesù era ebreo. E' chiaro quindi che usasse sensi e parole connotate dalla sua cultura ebraica di provenienza. Qual era la promessa che Gesù stava facendo ai suoi ascoltatori durante il Sermone del Monte? Quella di 'ereditare il regno dei cieli'. Lo si può leggere in tutto il contesto del capitolo 5 di Matteo. Ecco che perciò la 'terra' che Cristo promette ai miti, nel verso 4, altro non è che ancora 'il Rengo dei Cieli', ossia la 'terra promessa' di cui Gesù stava parlando nel suo discorso.

Che la 'terra' indicata nel verso 5 di Matteo 5 sia chiaramente 'il regno dei cieli' ciò è dimostrato, dicevo, dall'analisi del contesto del capitolo. Inseriamo il verso 5 nel suo contesto:

"1 Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, 2 ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo:
3 «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.
4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati.
5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
9 Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli.
11 Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi."

(Matteo 5:1-11)

Che certamente il termine 'terra' veniva considerato dagli israeliti coms sinonimo di 'posto' o di 'luogo' benedetto è proprio questo sermone del monte di Cristo, dove viene indicato che la 'terra' e il 'regno dei cieli' sono la stessa cosa (infatti 'il regno dei cieli' è la terra promessa da Cristo).

Facciamo un ragionamento logico. Dal verso 5 leggiamo che i mansueti erediteranno la terra; dagli altri verso invece leggiamo che i perseguitati (verso 10 e 11), gli adoperatori per la pace (verso 9) e i puri di cuore (verso 8) come promessa hanno il 'regno dei cieli'. E allora le cose sono due: o tutti i perseguitati, adoperatori di pace e puri di cuore non possono essere mansueti oppure la 'terra' promessa ai mansueti deve per forza essere 'il regno dei cieli'. Infatti se una persona è allo stesso tempo mansueta e perseguitata cosa succede? Metà di essa se ne va in cielo e l'altra metà se me sta sulla terra?
Se una persona è pura di cuore e allo stesso tempo mansueta, cosa succede? Il suo corpo viene diviso in due e metà di essa se ne resta sulla terra mentre l'altra metà se ne va in cielo?

E' ovvio che non può essere così. Onde per cui è logico, e anche coerente con l'uso che la parola 'terra' aveva raggiunto nella cultura ebraica in qualità di metafora, che la 'terra' di cui parla Gesù in Matteo 5:5 altro non è che un altro modo per indicare 'il regno dei cieli'.

Se partiamo da questo assunto, allora comprendiamo anche le vecchie profezie bibliche relative ai salmi 'i giusti stessi possederanno la terra' e altre di simile livello, dove sempre si parla di 'terra' sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, e comprendiamo che la promessa, quella definitiva, che è stata fatta all'Israele Spirituale (la Chiesa di Cristo) assumono altri significati, e che non è che esistano diverse speranze ma solo una, la più eccelsa in assoluito, quella di andare nel reame celeste a godere della luce di Dio per tutta l'eternità, che era proprio la cosa che gli apostoli desideravano di poter fare il prima possibile.
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MessaggioTitolo: Re: Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena?   Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena? Icon_minitimeDom Lug 19, 2009 8:14 pm

Altro cavallo di battaglia usato dai Tdg per avvalorare la speranza terrena dei cristiani è quello di Apocalisse.

In Apocalisse si legge infatti di "nuovi cieli" e "nuova terra" che avrebbero contraddistinto il nuovo mondo avvenire del signore. E' chiaro però che l'Apocalisse è pieno di simbolismi e quindi non ha senso usare una parte di questi simbolismi come ragione dimostrativa di qualcosa di materiale.
Se bisogna prendere il brano in maniera simbolica, allora va preso in maniera simbolica, se letterale letterale.
Perciò se in Apocalisse si legge che verranno fatti 'nuovi cieli e nuova terra' allora, se prendiamo tale passo come dimostrazione che ci sarà una terra fisica, dovremmo prendere in maniera letterale anche il fatto che il passo li definisce 'nuovi' e quindi credere che l'universo fisico oggi conosciuto verrà smantellato per far posto a un'altro universo fisico che sostituirà quello attuale.

Se invece consideriamo metafora il brano allora dobbiamo considerarlo tutto così e non quindi una testimonianza di una possibile presenza di una 'terra abitata' (inteso come il pianeta terra, così come lo intensdiamo noi) dove i cristiani vivranno in terno.

Altri passi, ma meno usati, per avvalorare la promessa terrena, sono ad esempio il brano di Efesini dove si parla della riconciliazione di tutto il creato nella persona di Gesù Cristo:

"10 per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra." (Efesini 1:10)

In realtà se inseriamo il passo in questione la musica suona un po' diversa:

"3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. 4 In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, 5 avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, 6 a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio. 7 In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, 8 che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d'intelligenza, 9 facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, 10 per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra."

(Efesini 1:3-10)

Il versetto 7 grassettato, è fondamentale per la chiave di lettura corretta dell'intero contesto che poi conduce al versetto 10. Qui il discorso dell'apostolo Paolo è molto semplice: il sangue di riscatto di Gesù Cristo ha concesso la riconciliazione di tutto il creato in Gesù, quindi sia delle cose celesti che delle cose terrene. Questa riconciliazione però è già cominciata nel momento stesso del suo sacrificio (per chi ovviamente decide di farne uso) affinchè attraverso il suo sangue gli uomini sulla terra possano essere raccolti sotto il suo capo, così come già lo sono le persone del reame celeste (gli angeli).
E' un chiaro discorso riferito alla speranza nutrita dagli apsotoli nel messaggio salvifico del vangelo e nella riconciliazione degli uomini di tutto il mondo tramite di esso; nulla da prendere in considerazione per quanto riguarda l'aspetto della speranza finale dove qui in questo passo non viene nemmeno considerata.
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MessaggioTitolo: Re: Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena?   Matteo 5:5 e le altre scritture neotestamentarie dimostrano la speranza terrena? Icon_minitimeDom Lug 19, 2009 8:19 pm

Se la speranza di vita eterna sulla terra fosse reale, i dati scientifici in nostro possesso non dovrebbero avvalorarla?
Se la vita sulla terra fosse eterna, siccome essa dipende dal sole, tant'è che senza di esso non potrebbe più esseerci, allora questo dovrebbe significare che il nostro sole sia anch'esso eterno.

tratto da: http://www.coelum.com/?goto=tips&tip_n=11

Citazione :
Gli Astronomi ritengono che splenderà ancora per 5 miliardi di anni. Dunque la sua fine è molto spostata nel tempo. Se teniamo poi conto che una specie vivente resta sulla Terra in media 10 milioni di anni e che l'uomo è comparso 4 milioni di anni fa, se ne deduce che la specie umana resterà per altri 6 milioni di anni. Come si vede la nostra specie scomparirà molto prima che si spenga il Sole.

La durata del Sole viene ipotizzata sulla base dello studio della luce solare (spettroscopia) che ci presenta il Sole come una stella di colore giallo e cioè a metà della sua vita. Non dobbiamo dunque preoccuparci. La minaccia più concreta non viene dal Sole ma dall'uomo stesso. Si pensi per ipotesi ad una guerra atomica che in poche ore farebbe sparire l'uomo dalla faccia della terra.

Tratto da: http://www.astroala.it/didattica/sole/futuro_sole.htm

Citazione :
Quando la riserva di idrogeno sarà esaurita, trasformata in elio dalla fusione nucleare, la fusione dell’idrogeno cesserà e mancando la pressione che impedisce il collasso della stella, la forza di gravità prenderà il sopravvento comprimendo ed innalzando la temperatura del nucleo di elio provocando dunque una nuova fusione nucleare. Tre atomi di elio saranno trasformati in un atomo di carbonio, elemento più pesante dell’ elio, la velocità della reazione quindi incrementerà sempre più e la pressione ricomincerà a contrastare la gravità. Come conseguenza, il Sole si espanderà ed entrerà nella fase di gigante rossa e crescerà fino ad inglobare l’orbita di Marte, forse la Terra non verrà inghiottita ma data la vicinanza dalla superficie solare, sulla Terra si raggiungeranno temperature altissime tali da provocare l’evaporazione dei bacini, in queste condizioni la Terra diventerà inospitale per tutti gli esseri viventi. Il Sole rimarrà in questa fase per circa 700 milioni di anni. Quando anche la fusione dell’elio sarà terminata, le parti esterne del Sole saranno espulse nello spazio dando vita ad una nebulosa planetaria. Il nucleo, invece continuerà a contrarsi diventando una nana bianca delle dimensioni della Terra e non avendo più la possibilità di innescare altre fusioni nucleari; pian piano si spegnerà.

Questo è quello che dice la scienza!!

Un Tdg potrebbe obiettare dicendo che è nella capacità onnipotente di Geova di rendere la nostra stella eterna al fine che la vita umana possa sulla terra possa durare per sempre. Ma il punto non è questo: il punto è un altro.

Se l'obiettivo originale di Dio fosse stato quello che la terra esistesse per sempre per quale motivo allora avrebbe crato il sole come un stella non eterna atta a scomparire un giorno lontano nelle profondità dello spazio?

Per caso, ha modificato il sole rendendolo temporaneo dopo il peccato di Adamo ed Eva per poi rirenderlo eterno quando il nuovo sistema di cose prenderà il posto di quello vecchio satanico?
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