A differenza di tutte le altre fedi cristiane, compresa la cattolica, che vedono nell’illustrazione dello Schiavo Fedele e Discreto una semplice parabola di Gesù come avvertimento ai cristiani di restare desti in attesa del Suo ritorno, i Tdg vedono in tale metafora un accenno al mandato divino della guida dirigenziale della chiesa sugli altri fedeli. Lasciamo perdere l’identità materiale di questa guida che per i Tdg corrisponde al CD mentre per i cattolici corrisponde al Papa insieme ai concili ecumenici dei Vescovi, e soffermiamoci sulla parabola dello Schiavo Fedele e Discreto. E’ corretto pensare che rappresenti un gruppo di cristiani che guidano tutti gli altri cristiani ‘fornendo cibo a suo tempo’? (cibo spirituale ovviamente, inteso come guida spirituale).
Innanzitutto chiediamoci: Perché rispetto alle altre parabole sempre in relazione alla venuta del Signore questa dev’essere diversa e deve avere un altro significato?
L’idea dei Tdg è che siccome lo Schiavo fornisce ‘cibo a suo tempo’ agli altri domestici e Gesù
lo costituirà sopra tutti i Suoi averi allora non può trattarsi di una semplice metafora, ma deve trattarsi del loro CD che appunto viene costituito sopra tutti gli averi del Signore.
Ma è ragionevole questa loro conclusione? No! Non lo è! Per i 2 seguenti motivi:
1)il ‘costituire sopra gli averi’ corrisponde semplicemente
al ricevere il premio dal Signore per essere stati fedeli eseguendo l’opera affidata. Questo lo si capisce chiaramente nel capitolo 25 di Matteo, che continua e completa il 24 (infatti nel capitolo 24 comincia l’illustrazione dello Schiavo e nel 25 continua con quella delle vergini e degli schiavi a cui vengono affidati i talenti). Proprio con la parabola degli schiavi a cui vengono dati i talenti, Gesù, riguardo a quelli che li avevano fatti fruttare, guarda cosa dice:
“Ben fatto, schiavo buono e fedele! Sei stato fedele su poche cose.
Ti costituirò su molte cose.” (Matteo 25:21 dove il Signore si rivolge allo Schiavo Fedele a cui affidò i 5 talenti).
Il Signore con quello a cui ne affidò due e che ne produsse altri due disse:
“Ben fatto, schiavo buono e fedele! Sei stato fedele su poche cose.
Ti costituirò su molte cose” (Matteo 25:23”).
Notare il ripetersi dell’espressione
“Ti costituirò” del tutto analogo alla parabola dello Schiavo Fedele e Discreto del capitolo 24 di Matteo. Quel “costituire”, come tutti ben sanno, non significa che quegli schiavi avrebbero ricevuti incarichi importanti. Anche perché il Signore era già tornato e quindi il periodo di tempo del sistema di cose
era già finito. Il ritorno del Signore corrisponde quindi all’arrivo del Giorno del Giudizio, dove “costituire” ovviamente rappresenta il “dare il premio”.
Perciò il “costituire”
non indica proprio nulla di quello che i Tdg pensano in relazione allo Schiavo Fedele e Discreto come gruppo che avrebbe guidato gli altri cristiani.
2)la costituzione sopra tutti gli averi non può nemmeno aver luogo prima del ritorno di Cristo, perché il versetto 45 del capitolo 24 di Matteo dice “Felice quello Schiavo se il suo Signore arrivando”, il che implica che
sta arrivando il Giorno del Giudizio e non il periodo prima (anche venendomene nell’esegesi Tdg sulla presenza invisibile di Cristo). Perciò anche qui, è ragionevole concludere che Gesù indichi che lo Schiavo Fedele e Discreto avrebbe ricevuto il premio perché ha ubbidito ai comandi del Suo Signore. E’ perfettamente in sintonia con la parabola dei talenti del capitolo 25.
Fra l’altro anche l’analisi logica dei versetti relativi allo Schiavo Fedele e discreto non consentono di vedere un’altra applicazione oltre quella parabolica che emerge chiaramente dal Testo. Riporto qui i versetti (tratto dalla TNM, la Bibbia dei Tdg):
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- Citazione :
- 45 “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? 46 Felice quello schiavo se il suo signore, arrivando, lo troverà a fare così! 47 Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi.
48 “Ma se mai quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore tarda’, 49 e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, 50 il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non si aspetta e in un’ora che non sa, 51 e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Là sarà il [suo] pianto e lo stridore dei [suoi] denti.
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Il grassetto è mio ed è fondamentale per l’analisi di questo passo.
Nel versetto 48 si parla di
‘quello schiavo malvagio’ e non di
‘lo schiavo malvagio’ come se stesse parlando di un altro schiavo. L’aggettivo ‘quello’ ovviamente indica che lo schiavo malvagio del versetto 48
è ancora lo schiavo fedele e discreto che nell’illustrazione di Cristo, a questo punto della parabola, Gesù presuppone che non faccia quanto gli era stato chiesto dal Signore. Ebbene,
quello stesso schiavo, che nel versetto 45 era Fedele e Discreto perché il Signore lo trova a fare così, nel versetto 48 viene ipotizzato malvagio perché invece non esegue i suoi ordini. Il risultato? Viene punito!(Da notare ancora il contrasto fra ‘essere punito’ e ‘essere costituito sopra tutti gli averi’, il che rimarca fortemente quanto da me menzionato nei due punti, ossia che
‘costituire’ banalmente equivale a premiare. Infatti nell’illustrazione dello Schiavo Fedele e Discreto/Schiavo Malvagio il ‘costituire su tutti gli averi’ è in antitesti con l’ ‘essere punito’; conseguentemente significa semplicemente ‘essere premiato’).
Se lo Schiavo Fedele fosse un gruppo di persone preposto alla guida allora sarebbe fuori logica che nel versetto 48 si parlasse di tale Schiavo come ‘quello Schiavo Malvagio’. Innanzitutto Gesù avrebbe parlato
di due schiavi separati, esattamente come in seguito fece con la parabola dei talenti (da una parte abbiamo i due schiavi buoni e dall’altra lo schiavo malvagio), e non avrebbe ipotizzato che
lo stesso Schiavo poteva essere Fedele e discreto ascoltandolo o malvagio non seguendolo.
Insomma è molto ma molto più logico e in armonia col testo pensare che tale parabola significasse semplicemente il destino di tutti coloro che erano stati chiamati dal Signore, a livello personale, per svolgere dei compiti. Eseguendoli sarebbero stati premiati (‘costituiti sopra gli averi’ nel Giorno del Giudizio) o puniti assegnando loro la loro ‘parte con gli ipocriti’ (ossia puniti con la massima severità).
Se resta quindi solo una parabola generica come quella dei talenti ha senso, altrimenti l’insegnamento di Gesù diventa poco chiaro e grottesco, per non dire illogico.