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 Ex TdG racconta similitudini tra venditore e adepto ai Testimoni di Geova

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Dario Piraino
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MessaggioTitolo: Ex TdG racconta similitudini tra venditore e adepto ai Testimoni di Geova   Ex TdG racconta similitudini tra venditore e adepto ai Testimoni di Geova Icon_minitimeDom Mar 16, 2008 3:44 pm

Il forista "dubbi no" di www.infotdgeova.it ha dato il permesso di utilizzare la sua esperienza, molto interessanti le analogie che fa notare tra il suo lavoro di venditore e la sua vita da Testimone di Geova!
Buona lettura!

http://www.infotdgeova.it/esperienze/dubbino.php


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Troppo commercio, stufa!
Cari foristi di liberamente, vi racconto in breve la mia storia, ho 38 anni sono sposato ed ho 2 bambini, sono stato TdG per 15 anni e conosco personalmente il vostro forista “apostata felice” che è anche un mio caro amico, a differenza di lui non rinnego tutto il mio passato da TdG in quanto per la conoscenza che avevo all’epoca, il tutto era credibile.
Ho conosciuto la sedicente verità WTS nel 1992 e mi sono battezzato nel 1993, all’epoca della mia conversione avevo 22 anni e Mietta cantava “Dubbi no” al festival di Sanremo che divenne l’inno della mia conversione, conosciuta la “verità” preso dall’entusiasmo servii come pioniere regolare, in Sala del regno ho conosciuto pure mia moglie ed ho servito come servitore di ministero, ma nel controbattere a cattolici ed evangelici, mi misi a leggere le opere di diversi “padri della chiesa” come Giustino, Tertulliano, Agostino, Origene, ecc. e rimasi stupito del fatto che alcune dottrine della cristianità definite dalla WTS “apostate” (Trinità, vita dopo la morte, cena del Signore, ecc.) ed introdotte solo a partire dal V secolo E.V. invece erano presenti in questi scritti, seppur formulate diversamente, questo mi portò ad approfondire personalmente gli studi e a vedere la WTS solo come un’organizzazione umana, ma quel che fu peggio fu quando per problemi di lavoro (la fabbrica in cui lavoravo chiuse i battenti) iniziai a lavorare come rappresentante di commercio per diverse case editrici.
Lavorare da rappresentante non mi venne difficile, grazie anche alla mia passata esperienza da “pioniere regolare” che mi portava a bussare di casa in casa ed ottenni così un discreto successo e diventò il mio nuovo mestiere, tutto bene allora, ma mia moglie che insegna “incautamente” strinse amicizia con una docente di religione, all’inizio era lei che voleva convertire la sua amica ma ben presto la sua amica che conosceva il mondo e gli errori TdG riuscì ad insinuare i dubbi nelle sue “incrollabili” certezze, la conseguenza fu che mia moglie divenne inattiva danneggiandomi (ero Servitore di Ministero) nel mio tentativo di ottenere la nomina di “Anziano”, cosa che scatenò ovviamente cattivi pettegolezzi sulla nostra vita coniugale che mi costarono la perdita del privilegio di “Servitore di Ministero” e la messa all’”indice”, mentre facendo sia il rappresentante che il proclamatore mi resi conto che facevo la stessa attività, infatti nei giorni feriali uscivo come rappresentante:

1) Mi vesto elegantemente in giacca e cravatta;
2) Mi raduno con i miei colleghi commessi nel punto prestabilito e ci dividiamo il territorio;
3) Vado a suonare i campanelli delle case assegnatemi;
4) Mi presento tutto sorridente e americaneggiante ai padroni di casa;
5) Prendo spunto dalle notizie dei giornali per presentare l’opera che intendo offrire;
6) Il cliente accetta l’opera e gli faccio sottoscrivere il contratto, o non accetta, saluto e suono al successivo;
7) Ci raduniamo al posto di ritrovo e facciamo un bilancio della giornata.
Poi arrivava la domenica mattina ed uscivo in servizio:

1) Mi vesto elegantemente in giacca e cravatta;
2) Mi raduno con i miei colleghi commessi (pardon, fratelli proclamatori) nel punto prestabilito e ci dividiamo il territorio;
3) Vado a suonare i campanelli delle case assegnatemi;
4) Mi presento tutto sorridente e americaneggiante ai padroni di casa;
5) Prendo spunto dalle notizie dei giornali per presentare l’opera (pardon, la pubblicazione) che intendo offrire;
6) Il cliente (pardon, la persona interessata) accetta l’opera (pardon la pubblicazione) e gli faccio sottoscrivere il contratto (pardon, l’abbonamento o in alternativa la libera offerta), o non accetta, saluto (con la sceneggiata dello scuotermi la polvere) e suono al successivo;
7) Ci raduniamo al posto di ritrovo e facciamo un bilancio della giornata.

Insomma, fu triste per me rendermi conto che quando uscivo in servizio facevo le STESSE cose che faccio nel lavoro secolare, ma cercavo di cacciare via da me quei pensieri, solo che l’azienda per la quale lavoravo mi faceva pure frequentare i “training di aggiornamento” dunque, mi ci recavo:

1) Ben vestito in giacca e cravatta;
2) Valigetta 24 ore alla moda;
3) Sorriseti ipocriti in auditorium;
4) Dimostrazione di come piazzare l’opera di turno con tanto di accettazione da parte del cliente;
5) Tentativi di mettere in cattiva luce i colleghi per far carriera;
6) Sfruttamento dei giovani nuovi commessi che dovranno versare il 5% delle loro vendite al commesso che li ha istruiti;
7) E alla fine ci stringiamo le mani tutti quanti, parliamo di cavolate e ce ne freghiamo del prossimo.

Ma questo è il mio lavoro e devo pur guadagnarmi la pagnotta in mezzo ad un nido di vipere!
Poi finito il lavoro, non vedevo l’ora di recarmi il giovedì in Sala del Regno ed assistevo alla “adunanza di servizio”, e:

1) Ben vestito in giacca e cravatta;
2) Valigetta 24 ore alla moda;
3) Sorriseti ipocriti in auditorium (pardon, in Sala del Regno);
4) Dimostrazione di come piazzare l’opera (pardon, la pubblicazione) di turno con tanto di accettazione da parte del cliente (pardon, della persona interessata);
5) Tentativi di mettere in cattiva luce (e so benissimo dove arriva tra “fratelli” la delazione gratuita, come incoraggiato dalla società) i colleghi (pardon, i fratelli) per far carriera (pardon, ottenere “privilegi teocratici”);
6) Sfruttamento dei giovani nuovi commessi (pardon, proclamatori che saranno incentivati al pionierato) che dovranno versare il 5% delle loro vendite al commesso che li ha istruiti (pardon, insieme a chi conduce lo “studio” versano tutto nelle cassette per le offerte e la società incassa tutto!);
7) E alla fine ci stringiamo le mani tutti quanti, parliamo di cavolate e ce ne freghiamo del prossimo (infatti come congregazione NON prendiamo alcuna iniziativa verso il prossimo, al limite rifileremo loro le riviste!).


Ma questa “comune adunanza” non doveva essere la manifestazione della mia fede, oppure mi sono recato ad un’altra riunione di lavoro?
Tutto questo mi portò a DUBITARE in quanto tutte le attività in Sala erano gestite alla maniera commerciale inoltre vidi cosa c’era dietro, ho visto mia moglie che in mezzo a tutte quelle attività teocratiche che si sommavano al lavoro era trascurata ed il mio matrimonio rischiava di naufragare, i miei figli soffrivano tutte le rinunce stupide imposte dalla WTS (niente feste di compleanno, né natale, né pasqua, né altro, solo adunanze e servizio) ed accusavano problemi psicologici a scuola con i compagni, insomma i TROPPI IMPEGNI stavano soffocando la mia vita e la mia famiglia.
Decisi di agire e ne parlai a mia moglie ed insieme decidemmo di allentare la frequenza alle adunanze, limitandoci alla domenica e alle due ore di servizio con vari sotterfugi nonché non coinvolgere i nostri figli nel servizio e consentire loro una vita normale, feste incluse!
Successivamente, vedendoci indagati dagli anziani, a febbraio decidemmo di acquistare casa in un’altra città e di non frequentare la locale Sala del Regno, trasferendoci senza avvisare nessuno.
Otto mesi dopo mia moglie si dissociò seguita un mese dopo dal sottoscritto che aveva ancora parecchie remore, oggi la vita familiare è molto migliorata in quanto ho riscattato tempo per la cura degli affetti, così ho ritrovato il mio equilibrio e di vivo una vita più serena.
Questa è la MIA esperienza e la mia vita, ognuno la pensi pure come vuole, io sto bene così!
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