“Mi sono avvicinata ai Testimoni di Geova”, che abbandonerà nel 1997, “molto giovane – spiega -. Avevo 14 anni nel 1954 ed era un tempo di grandi incertezze. Era il tempo della bomba atomica, si guardava con preoccupazione al futuro. Io ero una ragazza cattolica e avevo molte domande sulla vita e sulla Bibbia. La Chiesa cattolica – aggiunge – parlava di Dio come di un mistero, non dava risposte alle domande di una ragazzina. I Testimoni di Geova sembrava che dessero risposte, le prendevano direttamente dalle pagine della Bibbia. Mia madre, una cattolica di origini polacche, non fece molta attenzione alla cosa - puntualizza - non avevamo basi teologiche, non conoscevamo bene i fondamenti: direi che si è trattato di ignoranza”.
Dall'ingresso nei testimoni di Geova, nel 1954, inizia una sorta di scalata che porta Barbara Anderson sino alla prestigiosa Watch Tower Library di Brooklyn e al compito di redigere una storia ufficiale del movimento religioso utilizzando i documenti contenuti nella biblioteca newyorchese.
Un compito che le spalancherà, quelli che definisce i "segreti" dei Testimoni di Geova. “Lavorando in quell'ambito, all'interno della Watch Tower – prosegue – ho avuto modo di scoprire tante cose, anche cose negative, tra cui casi di pedofilia. Casi – sottolinea – coperti dalla stessa organizzazione. Anche perchè - precisa - tra i Testimoni di Geova vige una norma, che dicono biblica, secondo cui non si può accusare una persona se non ci sono almeno due testimoni. Di fatto molti segreti sono rimasti a conoscenza degli anziani che non hanno lasciato trapelare gli accadimenti all'esterno: i panni, insomma, si sono lavati in casa”.